Cultura e turismo

Borgate

Usseaux Capoluogo

La borgata dei murales

Usseaux Capoluogo

Usseaux capoluogo, il paese dei murales, è situato sulla sinistra orografica del torrente Chisone, è disposto parallelamente alle curve di livello e si estende lungo l’asse della via principale che lo divide in due. Lungo la suggestiva via centrale si incontrano costruzioni risalenti al ‘700, ristrutturate o in fase di ristrutturazione, il forno, alcune belle fontane, in fondo al borgo il grande lavatoio e più avanti, sul Rio di Usseaux, il mulino ristrutturato ed ora funzionante. Ad agosto 2011 è stato inaugurato il Punto Museo “Brunetta d’Usseaux –  Protagonisti ed Eroi” dedicato in particolare alla figura del Conte Eugenio.
È sede del Municipio.
 Imponente è la chiesa parrocchiale di S. Pietro, patrono della borgata.
Festa patronale il 29 giugno.

  • Il ‘Mulino Canton’
  • Il Punto Museo “Brunetta d’Usseaux – Protagonisti ed Eroi”
  • Il forno di borgata
Balboutet

La borgata del sole, delle rondini e delle meridiane

Balboutet

Centro agricolo tra i più importanti della valle per l’allevamento bovino e per la produzione di formaggi, situato anch’esso sulla sinistra orografica del torrente Chisone. Per la sua esposizione in pieno Sud è detto anche il “paese del sole” che anche il giorno del solstizio d’inverno riscalda praticamente tutta la borgata, infatti solo la parte più bassa rimane all’ombra della Rocca del Laux. È anche il paese delle meridiane che si possono scoprire lungo la via centrale e le viuzze del borgo, fino a raggiungere la Piazza del Sole. Da Balboutet la strada continua ed è percorribile in auto fino allo stupendo pianoro di Pian dell’Alpe. La borgata è raggiungibile in auto da Usseaux, da Pourrieres e nei mesi estivi anche dalla carrozzabile dell’Assietta attraverso Pian dell’Alpe.

Festa patronale S. Bartolomeo il 24 agosto.

  • La piazza del sole
  • Il forno di borgata
Balboutet
Pourrieres

La borgata dell’assietta

Pourrieres

Vecchio borgo sulla sinistra orografica del torrente Chisone ed affacciato alla strada statale del Sestriere con alcune interessanti meridiane e l’antica chiesa parrocchiale di M. Annunziata con il piccolo cimitero e più a monte il suggestivo vallone di Cerogne ed il Colle dell’Assietta.

La festa patronale ricorre il giorno di Pentecoste.

  • Sagome dedicate alla battaglia dell’Assietta
  • Il forno di borgata
Fraisse

La borgata dei boschi e del legno

Fraisse

Ultimo borgo a monte confinante con il Comune di Pragelato ed affacciato alla strada statale; centro di falegnameria ed artigianato del legno, circondato da rigogliosi boschi. La chiesa dei S. Filippo e Giacomo, patroni della borgata, e la parte più abitata si trovano sulla sinistra orografica del torrente Chisone, l’inverso della borgata è invece sulla destra orografica. Percorrere le vie del borgo è occasione per scoprire le sculture su pannelli in legno.

Festa patronale il 1° maggio.

  • Sculture in legno
  • Il forno di borgata
Fraisse
Laux

La borgata dell’acqua

Laux

La borgata è adagiata su un piccolo pianoro compreso tra il rio del Laux, il torrente Chisone ed a monte la Rocca del Laux con più in su l’imponente bastionata dell’Albergian. È l’unica borgata del comune a trovarsi sulla destra orografica del Chisone e con il suo piccolo lago è un esempio di villaggio alpino ancora tra i più integri di tutta la valle. Lungo la via centrale che scende rapidamente verso il rio, la piazza della preghiera, centro storico importantissimo del mondo valdese, dove un tempo sorsero le prime case, il lavatoio, le fontane, il forno e poi la chiesa di S. Maria Maddalena, patrona della borgata, con la sua antica meridiana e negli stretti vicoli laterali scorci naturali che creano piacevoli sensazioni e forti emozioni, e poi ancora i monumenti alla convivenza e tolleranza e le lose dipinte che illustrano la storia dei valdesi della valle.
Festa patronale il 22 luglio.

  • Il lago del Laux
  • Il forno di borgata

Eventi annuali

La Notte Romantica

25 giugno 2022

Musica, passione e coinvolgimento

In collaborazione con Borghi più Belli d’Italia.

Fiera di Balboutet

23 agosto 2022

Fiera e Rassegna Storica Zootecnica

Balboutet.

Autunno in Borgata

25 settembre 2022

Mercatino di prodotti locali, musica e caldarroste

Usseaux Capoluogo.

Domenica nel Borgo

09 ottobre 2022

Sagra dei prodotti locali

Balboutet.

inSTALLArte

8 dicembre 2022

Mercatini di Natale

Usseaux Capoluogo e Balboutet.

Storia e territorio

Stemma e Gonfalone

Lo stemma comunale, adottato con decreto del Presidente della Repubblica in data 1° marzo 2000, ha come emblema due spade d’argento,
guarnite d’oro, decussate, con le punte all’insù, accompagnate in campo dalla scritta Uxellum, in lettere maiuscole in oro.

Il gonfalone, che riprende nella sua parte centrale il disegno dello stemma, è in drappo bianco riccamente ornato di ricami d’argento e reca una cravatta con nastri dei colori nazionali frangiati di argento.

La storia

Viene solitamente esposto durante le cerimonie ufficiali nell’ambito del Comune, ed anche fuori del territorio comunale.

Le origini delle borgate di Usseaux sono molto antiche e legate ai popoli che nel tempo hanno abitato l’Alta Val Chisone (Val Pragelato) lasciando sul territorio una marcata impronta della loro cultura, della loro lingua e delle loro tradizioni (Liguri – Celti – Romani – Barbari – Bizantini – Provenzali – Longobardi – Saraceni).

Le prime notizie documentate sull’esistenza di Usseaux, Pourrieres, Balboutet e Fraisse risalgono all’anno 1064 quando la contessa Adelaide fondò l’Abbazia di Santa Maria di Pinerolo donando ad essa i territori dell’alta valle.

La nascita della borgata Laux è attribuita invece ad un gruppo di esuli provenienti da Lione e dalla Provenza all’inizio del 1200, esuli perseguitati dallo Stato e dalla Chiesa in quanto eretici. Poco più tardi guinsero anche i “poveri di Lione” seguaci di Pietro Valdo, in dissenso con la Chiesa cattolica di Roma (i valdesi).
Nei secoli che seguirono le borgate di Usseaux vissero le esperienze e la storia delle altre comunità dell’Alta Val Chisone: il Delfinato (1091-1349), il Regno di Francia (1349-1713), il Ducato dei Savoia a partire dal 1713 (trattato di Utrecht), le guerre tra i Francesi ed i Savoia (battaglia dell’Assietta 1747), nuovamente il dominio francese e poi l’impero napoleonico (1798-1815), le guerre di indipendenza che portarono nel 1860 all’unità d’Italia. Come tutte le comunità della Val Pragelato anche le borgate di Usseaux fecero parte degli Escartons (1343-1713) e per 500 anni condivisero la presenza di due comunità di fede diversa, quella cattolica e quella valdese (1200-1713).

Nel 1900 la prima guerra mondiale venne vissuta e subita in alta valle come per il resto dell’Italia; il dopo guerra vide il fenomeno dell’emigrazione.
Il secondo conflitto mondiale colpì duramente il territorio dell’alta valle e durante la guerra di liberazione, le montagne diventarono rifugio naturale delle formazioni partigiane; in tutta l’alta valle si verificarono episodi di rappresaglia con conseguenze pesanti sia in termine di vite umane che di borgate semi distrutte.
Negli anni che seguirono si manifestò nuovamente il fenomeno dell’emigrazione stagionale in Francia e verso le industrie della pianura.
Negli ultimi anni il Comune di Usseaux ed gli altri Comuni dell’Alta Val Chisone sono impegnati in un progetto comune di rivalutazione
turistica del territorio.

Alta Val Chisone

Alcuni paesi si sono sviluppati nel fondovalle oppure vicino al torrente altri invece si trovano vicino ai ruscelli ed ai corsi d’acqua laterali.
Numerosi sono gli affluenti del Chisone in questo tratto di valle, ma ci sono anche dei laghi alpini come il lago Laux, poco lontano dalla strada statale del Sestriere, i laghi dell’Albergian ed il lago del Ciardonnet nei pressi dell’Orsiera (nel comune di Villaretto).
I bacini di Pourrieres e Villaretto sono invece dei laghi artificiali utilizzati per produrre energia elettrica.

Le principali montagne dell’Alta Val Chisone sono: il Ghinivert, l’Albergian e la Fea Nera sulla destra orografica del Chisone, la Rognosa, il Genevris, la Testa dell’Assietta, il Gran Serin, il Ciantiplagna, il Pelvo, l’Orsiera, la Cristallierà ed il Rocciavrè sulla sinistra.

La bassa valle (da Porte a Perosa Argentina) e l’alta valle non sono mai state isolate; anche se hanno avuto una storia piuttosto diversa, il confine fra bassa ed alta valle non è mai stato un impedimento ai contatti tra gli abitanti della valle.

Le valli vicine sono sempre state raggiungibili attraverso i numerosi colli: il Colle del Sestriere per raggiungere la valle della Dora ed il Delfinato, il Colle di Costapiana per arrivare ad Oulx e nell’Alta valle di Susa, il Colle delle Finestre altro collegamento con la Val Susa, il Colle dell’Albergian per raggiungere il vallone di Massello (in Val Germanasca) e più anticamente il Colle del Pis che metteva in comunicazione la Val Troncea con il vallone di Massello ed il Col Clapier via di collegamento tra il vallone di Bourcet ed il vallone di Massello.

Il territorio dell’Alta Val Chisone è in gran parte montuoso, ed i pianori coltivabili sono molto limitati; il bosco è ancora oggi una ricchezza assieme ai pascoli. Un tempo molte zone che oggi sono diventate pascoli erano invece coltivate ed i prati in alta montagna
venivano solitamente tagliati una volta all’anno. Si coltivavano la segale, il frumento, l’orzo, l’avena (il frumento era seminato
quasi sempre a barbariato, cioè misto a segale).
Un tempo veniva coltivato anche il grano saraceno (il granet), molto più tardi arrivò la patata che viene coltivata ancora oggi.
Venivano coltivati il lino, per le sue proprietà medicinali, e la canapa. Anche l’apicoltura trovò sviluppo nei tempi passati.

Gli abitanti di ogni borgata dovevano provvedere completamente al proprio sostentamento, vivevano di agricoltura per quanto possibile,
di allevamento e scambiando i loro prodotti si procuravano il necessario per vivere, come ad esempio il sale che giungeva dal Piemonte o dal Delfinato.

Usseaux, Balboutet, Pourrieres, Fraisse, con Mentoulles, Fenestrelle e Villaretto sono i villaggi più antichi in Alta Val Chisone.
Non essendoci documenti antecedenti l’anno 1064 a cui si possa fare riferimento per comprendere quale fosse l’organizzazione della valle prima del secolo XI, si può pensare che essa non fosse comunque del tutto diversa da quella delle zone contigue.

Il tempo è passato ed oggi passeggiando in molte borgate dell’Alta Valle possiamo ancora ben notare le tracce di quella che è stata la vita in questi luoghi nei secoli passati.
Ogni villaggio era concepito e costruito in modo che gli abitanti potessero vivere in modo autonomo.
Quasi tutte le borgate in Alta Val Chisone conservano ancora oggi buona parte della loro antica struttura. Il loro abbandono progressivo nel corso dell’ultimo secolo ha portato comunque ad un visibile degrado dei nuclei abitativi e del territorio circostante su cui oggi però si sta intervenendo: molti sono oggi i privati che ristrutturano ed intendono ristrutturare le vecchie case nel rispetto della loro originale struttura e di quella del territorio in cui esse sono inserite e le amministrazioni locali sono oggi molto sensibili al rispetto del territorio ed alla sua rivalorizzazione.

Architettura tipica

Nei tempi più antichi le case erano costruite in legno, pochissima era la pietra usata. Il tetto era costruito in paglia o legno.
Gli incendi erano quindi un grave pericolo per le borgate che potevano essere distrutte molto velocemente e quando venivano ricostruite non è detto lo fossero sulla stessa area.
Solo in tempi relativamente più recenti incominciò ad essere utilizzata maggiormente la pietra.
La localizzazione e l’architettura delle case sono molto simili a quelle di tutto l’arco alpino occidentale, su cui hanno influito diverse culture.
In tutte le borgate del Comune si incontrano costruzioni risalenti al 1700, ristrutturate o in fase di ristrutturazione.
Le parti verticali delle case ed il tetto sono in pietra, opportunamente lavorata a seconda del suo utilizzo nella costruzione
Le pietre più grandi si trovano nella parte bassa della costruzione la cui stabilità è dovuta solo al perfetto posizionamento dei vari elementi.
Il fango tra le pietre veniva utilizzato solo per riempire le fessure, non aveva una funzione cementante.
La pietra per la costruzione delle case era reperita un tempo nella parte a monte della borgata.

Le case tipiche sono in genere costituite da un seminterrato destinato a stalla con volte ad arco e pilastro centrale; allo stesso livello possono anche essere situate la cantina e la cucina. In alcune case esiste anche un “crotin” o “infernot” scavato nella roccia sotto il livello della stalla, per la conservazione di derrate alimentari e la stagionatura di formaggi e salumi.
Il primo piano delle abitazioni è tutto in pietra e vi si trovano le camere da letto e la grangia, che è un ampio deposito per gli attrezzi agricoli adibito anche a granaio.
Il sottotetto soppalcato era anche utilizzato come fienile.
Il tetto è ordito con travi di legno ed è generalmente a due falde. Il legno usato è in questa parte della valle il larice
(si sviluppa in tronchi lineari e lunghi ed è difficilmente attaccato dai tarli).
Il tetto sporge dai muri con falde che proteggono i balconi sottostanti, non è molto inclinato per evitare lo scivolamento della neve.
Le lunghe balconate in legno, talvolta con balaustre sagomate, sempre in legno, servivano principalmente come essiccatoio per legname
e cereali e si trovavano di regola sulla facciata principale della casa. Sono in legno anche tutti i sostegni dei ballatoi.
Tutte le parti in ferro che si possono vedere attualmente sono state adottate in epoca successiva anche se non molto recente.

La parte anteriore delle case con la maggior parte delle aperture è rivolta verso valle ed è generalmente esposta a sud, mentre la parte posteriore,
parzialmente interrata, è più chiusa.
L’accesso al primo piano avviene attraverso un scala in pietra mentre la scala di accesso al sottotetto può anche essere in legno ed è posta
al lato a monte della casa. Può anche esserci una scala a pioli che collega il ballatoio del primo piano a quello del sottotetto.
Gli infissi sono realizzati in legno.

Importanti per la vita del villaggio alpino, oltre alla localizzazione ed alla tipologia delle case, erano il forno per il pane, il mulino, i lavatoi e le fontane.

Chiese e templi

La parrocchia di Usseaux si estende esattamente sul territorio del comune fin dal secolo XI.
Dal 1698 venne suddivisa in due con la creazione della parrocchia di Pourrières.
Dal 1986, soppressa la parrocchia di Pourrières, è nuovamente riunita in un’unica parrocchia: San Pietro apostolo, la chiesa madre. Le chiese della parrocchia sono cinque:

  • Chiesa parrocchiale dedicata, San Pietro a Usseaux;
  • Chiesa di Pourrières dedicata, Annunciazione;
  • Cappella dedicata, San Bartolomeo a Balboutet;
  • Cappella dedicata, S. M. Maddalena a Laux;
  • Cappella dedicata, Santi Filippo e Giacomo a Fraisse.

Alpi Cozie

Parchi

Parco naturale Orsiera Rocciavrè

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Parco Salbertrand

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Cartine e

Percorsi

01 Verso I pascoli di montagna d’Usseaux
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02 Lago delle rane
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03 Laghi dell’Albergian
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04 Verso Rocca del Laux
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05 Sentieri Larici-Cembreta
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06 Faussimagna
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07 Pourrieres Balboutet: Borgata Cerogne
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08 Rocca del Colle
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09 Balboutet: Alpe Assietta
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10 Pian dell’Alpe Col delle Finestre: Cima Ciantiplagna
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11 Pian dell’Alpe Pequerel – Il Forte Serre-Marie
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12 Pian dell’Alpe: Forte Dado
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13 Col delle Finestre: Dente della Vecchia
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14 Col delle Finestre: Gran Serin
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